Interessante spunto dal portale Open Data EU su come costruire portali open data solidi e durevoli nel tempo. Se ne produce qui la traduzione/adattamento in italiano. Buona lettura!
Gli Stati membri dell'UE stanno compiendo progressi visibili in relazione al loro percorso di trasformazione dei dati aperti, con l'avvio di numerose iniziative Open Data e di nuovi portali. Tuttavia, nelle fasi di progettazione di qualsiasi portale di Open Data, al fine di garantire che tali infrastrutture rimangano durevoli nel tempo, dovrebbero essere considerati e incorporati una serie di aspetti importanti.
E' vero che i portali dei dati aperti svolgono un ruolo essenziale nella promozione delle buone pratiche di Open Data all'interno di ogni paese, regione (ndr 'territorio metropolitano e comune'), in quanto rappresentano punti centrali per la pubblicazione e l'accesso ai set di dati. Il loro sviluppo inoltre può essere visto come un aspetto valido nella promozione e crescita dell'impatto degli Open Data a livello capillare. Per questo motivo, la maggior parte delle iniziative sono state in gran parte guidate dai governi del territorio, e lanciate allo scopo di pubblicare e pubblicizzare set di dati ti tipo governativo. Tutto ciò, però, con un focus principale sull'offerta che si ha in mente (ndr. 'cosa posso pubblicare') e meno sulla domanda reale (ndr. 'cosa serve che io pubblichi'). Questa spinta è spesso nata per soddisfare i mandati ma non può che portare a uno stallo nella qualità dei portali stessi.
Il rapporto pubblicato dall'EU Open Data Portal (https://www.europeandataportal.eu/it/highlights/practical-guide-building...) rappresenta un interessante punto di vista sulla sostenibilità delle infrastrutture Open Data e raccomanda dieci modi in cui i portali possono essere organizzati per aggiungere valore nel tempo.
Rappresenta una guida di facile utilizzo per i gestori e proprietari dei portali nei loro sforzi per capire cosa è in effetti richiesto e atteso da tali infrastrutture. Con una comunità di Open Data sempre crescente e sempre più diversificata, tali cambiamenti dovrebbero essere affrontati in modo tempestivo.
Il report suggerisce il seguente elenco di 10 elementi per i proprietari di portali da considerare:
- Organizzazione per l'uso dei set di dati (piuttosto che semplicemente per la pubblicazione);
- Imparare dalle tecniche utilizzate dai mercati di dati commerciali recentemente emersi; promuovere l'uso attraverso la condivisione di conoscenze, i metodi di co-opting comuni nella comunità di software open source;
- Investire nelle migliori pratiche di scopribilità dei dati, prendendo in prestito idee dalle pratiche di e-commerce;
- Pubblicazione di metadati di buona qualità, per migliorare il riutilizzo;
- Adottare standard per garantire l'interoperabilità;
- Strumenti di co-localizzazione, in modo tale da coinvolgere una più ampia gamma di utenti e riutilizzatori;
- Collegamento tra set di dati per migliorarne il valore;
- Essere accessibili offrendo le opzioni per i big data, come ad esempio le API per una maggiore elaborazione manuale, o i file con valori separati da virgola, garantendo così una vasta gamma di esigenze degli utenti;
- Fornire la documentazione di co-locazione, in modo che gli utenti non debbano essere esperti di dominio per comprendere i dati;
- Rendere i dati e dataset misurabili, come modo per valutare quanto tali dati soddisfano le esigenze degli utenti.
Tenendo presenti queste dieci raccomandazioni, il report accompagna i lettori attraverso l'elenco degli elementi e fornisce esempi di storie di successo per ciascuna sezione. I portali di dati di Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi e Spagna, nonché le infrastrutture Open Data esistenti a livello europeo (il portale Open Data dell'UE e il portale europeo dei dati) sono descritti tra gli esempi di migliori pratiche per il coinvolgimento degli utenti, metriche di qualità e utilizzo, promozione del riutilizzo e standard, co-locazione della documentazione, nonché strumenti di visualizzazione dati e dati collegati.
Le dieci raccomandazioni non devono essere intese come una lista astratta, ma più come uno strumento che può essere usato per valutare criticamente lo stato dei portali "As-Is" e fare un inventario onesto.
Tenendo presente lo stato previsto di "To-Be", i proprietari dei portali dovrebbero considerare di affrontare i problemi front-end per soddisfare le esigenze degli utenti, migliorando i meccanismi di coinvolgimento con i fornitori di dati, non solo per fornire il contenuto in formati appropriati, ma anche per condividere le proprie conoscenze di dominio e interagire con altri portali per risolvere le sfide comuni.
Una raccomandazione in tal senso è il collegamento con progetti pan-europei, come il portale europeo dei dati https://www.europeandataportal.eu.
Per conoscere di più su come garantire sostenibilità dei portali Open Data e sugli esempi di buone pratiche, consultare il report completo al seguente indirizzo (in inglese) https://www.europeandataportal.eu/sites/default/files/edp_analyticalrepo...
Traduzione:
- Laura Papaleo, Città Metropolitana di Genova